Atelier
Ci tengo a ricordare questo aneddoto, legato alla storia dell’atelier che mi sta particolarmente a cuore; prima di chiamarsi tale era semplicemente una baracca o per non usare un termine dispregiativo, era una sorta di magazzino per il ricovero attrezzi e un banco da lavoro, dove mio padre ci lavorava nel weekend. In quel posto di 15 mq c’era un po’ di tutto, dalle biciclette, agli attrezzi di ogni tipo, dal ferro vecchio ecc. ecc. Quando ero piccolo entravo in questo posto sempre con una certa curiosità, di voler creare anch’io qualcosa o almeno ci provavo.

Qualche tempo fa cercavo un luogo dover poter esprime la mia intimità sui prodotti 1932, e mi venne in mente quel luogo dove ho passato la mia infanzia e spesso osservavo mio padre lavorare.
Così decidemmo di adibirlo ad atelier, iniziammo quindi a svuotarlo da tutti gli attrezzi e materiali vari per poi creare uno spazio di produzione e di fruizione delle opere d’arte, caratterizzata dal fascino dell’esclusività.
Iniziai ad acquistare attrezzi da pellettiere antichi, una stufa a legna dei primi ‘900, un tavolo in legno da taglio e due quadri per abbellirlo, inizia cosi il processo creativo, per sua natura intimo e personale, è nell’immaginario collettivo avvolto da un’aura misteriosa di segreti.
Per me l’atelier è un luogo sacro nel quale una volta varcata la soglia si può accedere a uno speciale esercizio dello spirito fatto di studio e creazione radicati nella più ascetica solitudine, nel quale si arriva a vivere una sorta di distacco dalla società odierna e pressoché totale dalla frenesia del quotidiano.

Con il tempo ho cercato di arricchire l’atelier con oggetti, mobili attrezzi del passato che rispecchiassero sempre di più la mia anima, un contenitore creativo e innovativo dove cerco di trasformare i materiali in opere d’arte.




I prodotti 1932 diventano così tesori che racchiudono ricordi di un tempo lontano, e permettono di portare con sé antiche memorie, oltre i confini del tempo e dello spazio.